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Fibrosi polmonare idiopatica, strumento per la diagnosi precoce

Pneumologia Redazione DottNet | 17/01/2018 21:37

Si chiama Perfect, è stato messo a punto da Roche

Ridurre i tempi per la diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica, una rara malattia che causa la cicatrizzazione progressiva e irreversibile dei polmoni e che ha una sopravvivenza limitata a tre anni dalla diagnosi nel 50% dei casi. E' questo l'obiettivo di Perfect, un progetto avviato da Roche per aumentare la consapevolezza e l'esperienza degli specialisti sulla stessa patologia. Infatti, una delle maggiori difficoltà è la tempestività della diagnosi, che coinvolge più specialisti: pneumologi, radiologi e anatomopatologi.

Secondo stime diffuse della stessa Roche, ad un paziente su due non viene diagnosticata correttamente la patologia e possono trascorrere anche due anni dai primi sintomi prima di un accertamento definitivo sotto il profilo diagnostico. Tempo prezioso per i pazienti che perdono così l'opportunità di accedere a una terapia tempestiva, necessaria per migliorare la prognosi e rallentare l'evoluzione della patologia. Perfect si articola in una rete di centri periferici (gli Spoke) collegati attraverso una piattaforma web a centri di riferimento esperti (gli hub). L'obiettivo è quello di facilitare e supportare la diagnosi mettendo in contatto diretto e in tempo reale i centri meno esperti con quelli di riferimento nell'ambito delle patologie interstiziali del polmone, per ottenere un parere di secondo livello. Attraverso un tool informatico, infatti, i centri hub valutano in tempi ristretti la documentazione clinica inviata dai centri spoke e forniscono un secondo parere.

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Ad oggi sono nove i centri che hanno aderito al progetto e sono state gestite quasi 300 richieste di second opinion. L'incidenza di fibrosi polmonare idiopatica in Italia è 16 casi ogni 100.000 abitanti. In Europa sono stimati circa 100.000 pazienti con un incremento annuale di circa 35.000 casi.    "Il progetto è nato per creare una comunità di clinici informata, perché i pazienti possano ottenere la migliore diagnosi nel più breve tempo possibile - commenta Anna Maria Porrini, medical affairs e clinical operations director di Roche Italia - Diventa fondamentale agire perché tutti i protagonisti dispongano di informazioni, conoscenza ed esperienze per poter identificare la patologia il prima possibile". 

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